C’è qualcosa di diverso e di inquietante nell’assalto all’Ospedale Nuovi Pellegrini di Napoli da parte di una cinquantina di persone che volevano protestare per l’uccisione di un rapinatore minorenne da parte di un carabiniere in borghese. Le persone che hanno sfasciato l’ospedale non l’hanno fatto, come è successo in altri casi, per ripicca nei confronti degli operatori sanitari perché essi non erano riusciti a salvare il rapinatore. Lo hanno fatto solo perché volevano protestare nei confronti del carabiniere che aveva, secondo loro, ucciso alle spalle il giovane. A chi gli chiedeva perché i suoi parenti e amici avevano sfasciato l’ospedale il padre del rapinatore ha semplicemente risposto: “Mettetevi nei nostri panni. Cosa dovevamo fare?”. Questa risposta, secondo me, è l’indizio di una mentalità diffusa a Napoli ma estremamente preoccupante. Una mentalità secondo la quale se si ritiene di aver subito un torto si ha la facoltà di prendersela con chiunque, anche con chi non c’entra niente col torto subito, perché è giusto così. C’è da chiedersi: se una parte minoritaria, ma consistente, dei napoletani ha una simile mentalità dove può andare Napoli? Nel futuro o nel Medioevo?
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