1. LE CRITICHE DELLA SINISTRA NON DEVONO NECESSARIAMENTE COMPORTARE LE DIMISSIONI DEL GOVERNO MONTI - I

    By Franco Pelella il 25 Dec. 2011
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    Sul fatto che a sinistra non si sappia che pesci prendere e che anche ciò, o che soprattutto ciò, sia alla base della caduta di Prodi concordo. Meno sulla spavalderia rispetto ad eventuali elezioni anticipate. Detta fuori dei denti: io credo che sono improponibili, se non altro perché c’è il rischio che vinca questa sinistra senza centro di gravità. Serra ha ragione: quello di Monti è un governo istituzionale, ma non l’espressione di un golpe. Deve comunque dare conto ad un Parlamento a maggioranza di destra. Tassare i luoghi non di culto? E’ più che giusto, ma bisogna prima rivedere il concordato, non lo si può fare con un atto unilaterale da parte di uno dei due contraenti. Tutta la materia è difatti contenuta nel trattato tra i due stati.

    Luigi Gravagnuolo - 9/12/2011
    Caro Gigino,
    forse c'è un equivoco. Anch'io penso che le elezioni anticipate sono improponiibili. Ciò non toglie che le forze politiche di sinistra hanno tutto il diritto di fare le critiche che ritengono più opportune al Governo Monti.

    Franco Pelella - 10/12/2011
    E che dubbi ci sono, ci mancherebbe anche che avessimo sospeso la libertà di opinione. Solo che le critiche, a mio avviso, devono essere fondate. Se i rapporti di forza in Parlamento sono questi e non si vogliono elezioni anticipate.
    Luigi Gravagnuolo - 10/12/2011
    Giusto!
    Maria Rosaria Giordano - 10/12/2011
    Caro Franco,
    La tua convinzione e' anche la mia.

    Antonio De Prisco - 10/12/2011
    Caro sig. Pelella, buongiorno.
    Quello che Lei sostiene è il male di sempre della sinistra italiana, prigioniera del suo massimalismo giacobino, lo stesso che però ha fatto vincere a Napoli quello che io chiamo il Pulcinella di palazzo san giacomo.
    Ogni volta che la sinistra si è trovata a doversi assumere delle responsabilità concrete si è sempre dovuta confrontare con la paura di scontentare l'ala radicale e massimalista delle sue componenti elettorali, componenti che, malgrado sia convinto che sono decisamente la parte minore della sinistra intera, urlano molto di più, e poi, vuol mettere cosa significa parlare in nome dei "Sacri Ideali"?
    Rifiutando la posizione di Turati e Treves, che volevano un accordo con Giolitti - che, da buon campione della destra vera, sapeva che un vero governo di destra deve avere al suo interno una componente socialista - ci hanno portato, con il loro massimalismo a Mussolini. Dopo anni, sempre in nome dei "Sacri Ideali", hanno buttato a mare il governo Prodi, regalando l'Italia a Berlusconi, con tutto quello che ne è seguito.
    Secondo Lei hanno capito? Secondo me, no. E quello che sta succedendo oggi lo continua a dimostrare.

    Antonio Montefusco - 11/12/2011
    dimissioni o non dimissioni Questo governo è illeggittimo. frutto di un colpo di stato finanziario lo scopo è distruggere l'economia nazionale a partire dallo stato sociale. tutto il resto è aria fritta caro franco è chi non lo vede e...

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  2. Il disagio sociale non è razzismo

    By Franco Pelella il 24 Dec. 2011
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    Dopo i fatti di Torino e Firenze è in corso un interessante dibattito sul razzismo. Lo scrittore Pietro Grossi sostiene che in Italia non c'è razzismo perchè non sono presenti alcuni elementi fondamentali dei comportamenti razzisti: la sistematicità e la gratuità. Secondo lui gli episodi di Torino e Firenze sono fatti isolati. La mia opinione è che Grossi ha ragione: nel caso di Torino è scattato un sentimento di vendetta, da parte di un gruppo di esagitati come gli ultras, nei confronti di un gruppo sociale particolare come quello dei rom. Si tratta di una reazione che poteva capitare dappertutto perchè in questo caso sono scattati atavici impulsi a punire gli autori di un presunto delitto. Nel caso di Firenze si è trattato di un gesto folle (un omicidio/suicidio) che non aveva nessuna spiegazione razionale, pur essendo l'autore del gesto un razzista. La mia convinzione è che nonostante in Italia ci siano gruppi consistenti (come la Lega Nord) e gruppi marginali che propagandano il razzismo gran parte della popolazione non ha comportamenti razzisti. Coloro che sono influenzati dalla propaganda razzista sono gruppi e persone marginali. Secondo me in questo momento l'immigrazione straniera in Italia sta provocando non razzismo ma disagio sociale; soprattutto nelle zone in cui l'immigrazione è massiccia la popolazione locale vede messo in discussione il proprio tradizionale modo di vita e le proprie abitudini. Ma si tratta di un disagio che non può essere definito razzismo.

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  3. Razzismo vero e razzismo presunto - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 24 Dec. 2011
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    Franco, lasciamo perdere per ora Lombroso. Fermiamoci sulle minacce razziste di massa. Io credo che nel mondo occidentale stia covando un sentimento di difesa “militare” dei propri privilegi, o se vuoi del proprio benessere, dalle minacce derivanti dalla crescita dell’ex terzo mondo. In poche parole, non vogliono spartire la torta, e a questo fine sono disposti anche alla guerra, mascherata da difesa della cristianità, o dalla difesa di non so quale altro valore, ma sempre guerra. I segnali razzisti sono solo le prime avvisaglie. E non sottovaluto le insinuazioni – molto diffuse anche a sinistra – sui governi alla monti come governi della finanza etc… parole già sentite negli anni venti. Dopo un poco la denuncia dell’egemonia della finanza diventò assimilazione della finanza agli ebrei, con le conseguenze che conosciamo. Io sono molto, ma molto allarmato.
    Luigi Gravagnuolo - 16/12/2011
    Caro Gigino,
    io sono meno allarmato di te. Penso che i razzisti sono una piccola minoranza della popolazione. La grande maggioranza per fortuna sembra non praticare concretamete la discriminazione razziale. Eppure i rischi c'erano (e ci sono ancora) considerando sia la grave crisi economica in atto sia che l'ondata migratoria è ancora in corso.

    Franco Pelella - 17/12/2011

    Caro Pelella, lei è acuto e le cose che scrive sono sempre molto interessanti e perciò la ringrazio delle sue mail. Penso tuttavia, e sono certo che non si offenderà, che lei ha troppo studiato Lombroso, sino a non distinguere più, per troppo amore, le sue follie.
    Francesco Merlo - 17/12/2011
    Caro Francesco Merlo,
    nei miei lavori su Lombroso, che Le ho inviato, non ho mai scritto che egli non abbia commesso errori. Anche la sua convinzione che esistano significative differenze intellettive tra le razze e che alcune razze erano superiori ad altre era un errore. Ma ribadisco che Lombroso non si è mai concretamente attivato affinchè fosse praticata la discriminazione nei confronti di qualcuno. In questo senso non era un razzista (ma poteva essere razzista una persona che era socialista ed ebrea?). Razzista, secondo me, è colui il quale è sia convinto dell'esistenza delle differenze sia concretamente attivo nel praticare la discriminazione. Per capirci uno come Bossi o Borghezio.

    Franco Pelella - 17/12/2011

    Non ho alcuna intenzione e non ho titoli per affrontare una disputa con lei su Lombroso. Le ho detto quel che penso. E ribadisco che secondo me il razzismo di Bossi non è figlio degli <errori> (per me sono orrori) di Lombroso.
    Francesco Merlo - 18/12/2011

    Caro Franco, per ciò che riguarda gli episodi che hai citato, ritengo che un Paese serio dovrebbe essere in grado di non permttere assolutamente che una forza come la Lega possa avere Minstri, parlamentari e poi incitare all'odio non solo razziale. Questa mia opinione prescinde dal fatto che io possa ritenere la Lega responsabile indiretta di quanto accade in deter...

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  4. I deliri di Cirielli e l'abrogazione delle Province

    By Franco Pelella il 18 Dec. 2011
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    Caro Alfonso,

    era da un pò di tempo che Edmondo Cirielli non faceva gaffe di rilievo. Mi stavo preoccupando un pò. Lui, però, ha voluto togliermi la preoccupazione. Ha addirittura proposto un referendum contro l'abrogazione dele Province, il più inutile degli Enti. Quante persone pensa Cirielli che possano votare in un referendum del genere. Il 5%, il 10%, il 15%? Questo è il traguardo massimo che penso si possa raggiungere attivando il più inutile dei referendum. Ma la cosa più divertente è che Cirielli pensa che "l'abrogazione delle Province getterà nel caos i territori". Già mi immagino lo sconquasso che provocherà un evento del genere: i cittadini non sapranno più a chi riivolgersi per le innumerevoli pratiche che svolgono in questi Enti e allora organizzeranno vere e proprie manifestazioni popolari per farli riattivare. Ma Cirielli ha avuto anche l'impudenza di dire che "un Parlamento di nominati" non può votare per l'abrogazione delle Province. Parla proprio lui di nominati, lui che non ha dato mai alcun cenno di dissenso dal governo Berlusconi che un Parlamento del genere l'ha fortemente voluto.


    Franco Pelella - Lettera a Il Giornale di Pagani
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  5. Razzismo vero e razzismo presunto

    By Franco Pelella il 17 Dec. 2011
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    Sono d'accordo con tutti i commentatori che in questi giorni hanno messo in relazione le tragedie di Torino e Firenze con la diffusione di discorsi razzisti nel nostro Paese. Condivido soprattutto l'idea di assegnare una responsabilità speciale alla Lega Nord, che in quanto partito di governo ha goduto di una diffusione particolare delle proprie idee discriminatorie. La mia convinzione, però, è che i discorsi razzisti non hanno una grossa presa sulla stragrande parte della popolazione, che ne avverte la pochezza intellettuale e morale, ma hanno un effetto devastante quasi esclusivamente sulle menti più eccitabili (come quelle degli ultras di Torino che hanno incendiato il campo Rom e del fanatico ragioniere di Grosseto che ha ucciso due senegalesi). Non condivido, invece, l'idea di tirare di nuovo in ballo Cesare Lombroso quando si parla di razzismo (come ha fatto Francesco Merlo su La Repubblica del 16 dicembre). Credo che sia opportuno ribadire che Lombroso era uno studioso delle differenze antropologiche esistenti tra le cosiddette persone normali e alcune particolari categorie di persone (criminali, malati mentali, pazzi, ecc.). In questi studi rientravano anche quelli relativi alle differenze tra le razze (ma lui non era il solo perchè tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento questi studi erano molto diffusi). Ciò non significa, però, che Lombroso fosse anche un sostenitore di politiche attivamente discriminatorie nei confronti delle categorie umane particolari che studiava. Egli era, per esempio, un sostenitore di politiche carcerarie e psichiatriche non repressive ma riabilitative. Tecnicamente, quindi, non si può dire che egli fosse un razzista.
    Last Post by Franco Pelella il 17 Dec. 2011
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  6. Lettera aperta a Padre Saturno - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 11 Dec. 2011
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    Mia considerazione: anche a me sono giunte voci di omelie paoline partigiane e
    politiche. Aggiungerei che assolvere il peccatore (ma pentito) è uno dei
    fondamenti della morale alfonsiana che, notoriamente si opponeva a quella
    giansenista. Quando, però, i peccati sono reati, questi reati toccano la
    sfera della gestione della cosa pubblica e tendono a favorire addirittura la
    malavita organizzata, allora la cautela è d'obbligo. "Forse" il consiglio
    da dare a padre Paolo è che questa problematica è meglio venga affrontata in
    ottica giansenista, altrimenti, come ho già scritto, per ricambiare il favore
    ad un amico si diventa apostoli del peccato, in questo caso, di reati, il che,
    come si sa, "è reato di per sè ( apologia di reato?).
    Alfonso Ragosa - 2/12/2011

    Ogni cittadino ha il diritto di dire la opinione in merito ad un fatto.
    che questo cittadino sia un prete questo non significa assolutamente nulla
    anche quando sono di sinistra certi sacerdoti esprimono e prendono delle
    posizioni cosa c'è di male? Diversamente quando è la chiesa
    cattolica apostolica romana in quel caso è interferenza in quando è uno
    stato straniero che vuole intervenire negli affari interni di un paese sovrano.
    al rigor del vero non abbiamo più come stato italiano una
    Sovranità. anche se poi i preti appartengono ad entrambe le
    parrocchie.STATO- CHIESA Nel merito io credo che padre saturno come
    padre vicidomini possono sostenere l'innocenza di una persona in questo caso
    Gambino in modo leggittimo fatto salve poi i
    risultati processuali e solo allora che potremmo avere le idee tutti un
    pò più chiare su ciò che veramente è avvenuto. Cosa diversa è la condanna
    politica che come nel caso di Pagani che comunque fa rimanere di stucco i
    cittadini che si pongono la domanda ma l'opposizione dov'era?A me
    viene da ridere pensando a dove era.
    Ferraioli Domenico - 2/12/2011

    Mimì, se le proprie considerazioni padre Paolo le
    facesse extra omelia e in un bello e ridente paesino della Val Camonica nulla
    osta, ma il fatto è che le fa durante l' omelia e a Pagani che, nonostante
    tutto, era, e, e rimane terra di camorra....quindi meglio evitare......
    altrimenti si aggiungerebbe ai tanti religiosi che Isaia ha reso noti nel suo "
    I PRETi e I Mafiosi". Visto come si sono messe le cose, ma veramente ne vale
    la pena? Si dia conforto religioso e morale in privato evitando la
    spettacolarizzazione dei drammi personali!
    Alfonso Ragosa - 2/12/2011

    Isaia Sales, quando ha parlato dell'affiancamento e/o
    favoreggiamento della chiesa alle mafie e camorra, quanche Vescovo della zona se
    nè risentito.
    Allora per l'ennesima volta dico e vi dico che i nostri uomini
    migliori e i nostri umili pensieri erano nel giusto quando hanno affermato o
    pensato quelle, definite da qualcuno, NEFANDEZZE dette e scritte solo per
    discr...

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    Last Post by Franco Pelella il 11 Dec. 2011
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  7. Per la concezione della pena talvolta il tempo sembra trascorso invano - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 11 Dec. 2011
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    Il mostro di Oslo è incolpevole?
    “Psichiatri: Breivik non è responsabile della strage di Oslo”; mi chiedo se non sia ora di ridefinire il concetto di “incapacità di intendere e di volere”. Sono consapevole che tra il bianco e il nero esista un’ampia scala di grigi. Tuttavia, casi come questo, ritengo non possano essere classificati come “sfumature”. Una condanna aiuterebbe a ricordare – a tutti, anche ai relativisti-a-tutti-i-costi – che il bene ed il male sono due realtà con cui è necessario fare i conti. Beppe, tu cosa nei pensi? Un caro saluto
    Marco Giovannini, [email protected]
    Ma va?
    02.12 | 12:04 quintagiusta
    Davvero in Scandinavia ammazzando 70 persone non si può avere più di 21 anni di carcere?
    mettiamo che uno faccia una strage a 20 anni: si troverebbe libero a 41?
    Allora sono d’accordo con il post sul buonismo e il buon senso

    E' una furbata
    02.12 | 03:18 buasaard
    Se lo avessero dichiarato capace di intendere e di volere al massimo lo avrebbero potuto condannare a 21 anni di carcere, così invece possono tenerlo in manicomio a vita.
    Fantastica quella del buonismo unito alla massiccia immigrazione islamica, esattamente la teoria di Breivik.

    La psicanalisi...
    01.12 | 18:16 murcielago_azul
    c’entra poco, secondo me. Piuttosto è un problema di diagnostica psichiatrica. Tutte le definizioni e valutazioni sono fatte da persone calate in un periodo storico e rispondenti ad un certo paradigma. Ad oggi, questo tizio è per definizione, perché risponde in un certo modo a certi esami diagnostici, incapace d’intendere e di volere. Ma dentro la mente umana non ci si entrerà mai, credo (e spero) e cosa cio’ voglia dire in termini soggettivi chi lo sa?

    Buonismo
    01.12 | 14:39 ||||||
    Il buonismo, unito alla massiccia immigrazione islamica, farà presto piazza pulita delle assurde società scandinave, in cui è possibile essere imprigionati per aver dato uno scappellotto a un bambino ed essere lasciati liberi dopo aver ucciso a sangue freddo settanta persone.
    Queste aberrazioni spariranno presto sia nei paesi scandinavi, sia più in generale nell’occidente “progressista”. È il destino di tutte le società che sembrano poter prosperare accantonando il caro vecchio buon senso (che alla lunga, invece, vince sempre).

    @Edmondo Dantes
    01.12 | 12:39 rezbar
    E’ vero, i criminali nazisti sarebbero oggi tutti ancora vivi e vegeti con un’età dai 107 anni (Albert Speer) ai 127 anni (Julius Streicher). Dusan Rezbar

    Mostro?
    01.12 | 12:33 Massimo Zanasi
    I mostri non esistono, sono solo personaggi fittizi, i cattivi e brutti delle favole che fanno tanta paura ai bambini, ma non sono dei fanatici e soprattutto non fanno stragi di questo genere.

    non so
    01.12 | 12:22 kurvilinea
    qualcuno ha scritto “100 anni di psicanalisi e il mondo va sempre peggio”.
    Temo che purtroppo abbia ragione

    Rinchiuso pe...

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    Last Post by Franco Pelella il 11 Dec. 2011
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  8. Le critiche della sinistra non devono necessariamente comportare le dimissioni del Governo Monti

    By Franco Pelella il 10 Dec. 2011
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    Vorrei rispondere a Michele Serra che su La Repubblica di oggi 9 dicembre, esprimendo un pensiero che credo sia abbastanza diffuso, dice che è ingeneroso pretendere che il Governo Monti faccia cose di sinistra visto che non è un Governo di sinistra. Tale rispettabile opinione può ingenerare, però, una certa confusione perchè dà la sensazione che non vanno bene nè le critiche a questo Governo nè l'eventuale voto contrario in Parlamento da parte della sinistra. Secondo me, invece, bisogna distinguere le due cose perchè una cosa è la critica (in certi casi molto opportuna come nel caso dei provvedimenti sbagliati sulle pensioni, del mancato pagamento dell'Ici per i luoghi non di culto da parte della Chiesa cattolica, della mancata attivazione di una gara per le frequenze televisive, ecc. ecc.) un'altra cosa è la volontà di far dimettere questo Governo. Le due cose non vanno necessariamente di pari passo. Credo che quasi tutte le forze di sinistra siano convinte che in questo momento critico non si sono alternative politiche al Governo Monti e che le elezioni anticipate sono un'avventura. La mia convinzione è che la mancata chiarezza di idee su questo punto da parte di alcune forze politiche di sinistra (criticare un Governo non vuol dire necessariamente volere le sue dimissioni se non ci sono alternative politiche valide) sia stato uno dei motivi della caduta dell'ultimo Governo Prodi.

    Last Post by Franco Pelella il 10 Dec. 2011
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  9. Lo studio delle differenze non comporta necessariamente il razzismo

    By Franco Pelella il 2 Dec. 2011
    0 Comments   13 Views
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    Caro Michele Serra,
    vorrei rispondere alla Sua Amaca del 30 novembre. Lei parla del razzismo come di un'idea malata "benchè abbia disperatamente tentato, per secoli, di darsi una struttura culturale e scientifica". In questo modo solleva un problema delicato che, se volesse essere affrontato adeguatamente, richiederebbe pagine e pagine di riflessioni e analisi. Comunque io penso che non sia opportuno chiamare razzisti tutti coloro che si sono occupati delle differenze razziali. Occorrerebbe distinguere tra coloro che hanno solo studiato tali differenze (o presunte tali) senza avere nessun atteggiamento concretamente discriminatorio e coloro che invece hanno concretamente praticato la discriminazione. Secondo me, ad esempio, Cesare Lombroso e la sua scuola di antropologia criminale vanno sicuramente annoverati tra coloro che, pur studiando le differenze, non hanno discriminato. Quanto agli studi sulle differenze tra le razze è vero che la quasi totalità di essi non ha alcun valore scientifico ma di questi studi va salvaguardato un principio di fondo e cioè che spesso è vero che le popolazioni hanno alcune caratteristiche comuni. Ad esempio, secondo me, gran parte dei meridionali si caratterizza per la mancanza di senso civico e per il familismo, gli ebrei per il gran senso dell'umorismo, gli scandinavi per il notevole senso civico, ecc. ecc. Lo so che questi sono discorsi pericolosi perchè possono produrre nuove discriminazioni. Ma, a mio parere, bisognerebbe fare lo sforzo di descrivere la realtà per quello che è e, contemporaneamente, lottare contro i risvolti razzisti che la descrizione della realtà possono produrre. Ad esempio la lotta contro l'aberante politica della Lega Nord non deve impedirci di sottolineare i molti difetti dei meridionali.
    Cordiali saluti
    Franco Pelella - Lettera a Michele Serra
    Last Post by Franco Pelella il 2 Dec. 2011
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  10. Per la concezione della pena talvolta il tempo sembra trascorso invano

    By Franco Pelella il 2 Dec. 2011
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    Siamo nel 2011. Il mondo attuale è sicuramente molto più civile del mondo dei secoli passati. Eppure certe volte sembra che il tempo sia trascorso invano. La concezione della pena in certi casi non è ancora ispirata ai principi rieducativi e curativi che si dovrebbero considerare ormai affermati, almeno in tutto il mondo occidentale (specialmente in Paesi civilissimi come la Norvegia). E’ il caso della discussione in atto sulla pena detentiva da applicare ad Anders Breivik, il massacratore di 77 persone. Sulla base della perizia presentata da due psichiatri Breivik è stato considerato un folle e quindi, molto probabilmente, egli sarà rinchiuso in una clinica psichiatrica. Immediatamente ci sono stati due significativi commenti. Il procuratore norvegese Inga Bejer Engh ha dichiarato: “Se una persona è psicotica non può essere condannata alla prigione, né può essere tenuta in custodia. Può però essere chiusa in un penitenziario psichiatrico, anche a vita, se viene ritenuta pericolosa per la società”. L’avvocato di Breivik, unitamente agli avvocati delle vittime, ha dichiarato: “L’importante è che non possa più camminare per strada”. E’ chiaro che è molto difficile pensare che un massacratore possa tornare liberamente in circolazione. Il ricordo delle 77 vittime è ancora vivissimo. Ma in questo modo si dà per scontato che è inutile curare uno come Breivik perché egli non potrà mai guarire. Mi sembra una sconfitta della razionalità a spese di un irrazionale spirito di vendetta.

    Last Post by Franco Pelella il 2 Dec. 2011
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