1. La sinistra paganese deve decidere sull'affidabilità di Giorgio e Petti

    By Franco Pelella il 16 April 2012
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    Caro Alfonso Ragosa
    ho letto anch'io, come te, su La Città la cronaca della deposizione di Alfonso Giorgio e Gerardo Petti al processo contro Gambino e soci e anch'io, come te, sono stato sorpreso dal tentativo di delegittimarli effettuato non solo dagli avvocati difensori degli imputati ma anche dai magistrati. Sono stato, perciò, tentato di scrivere le stesse cose che hai scritto tu perchè sono convinto che, essendo Giorgio e Petti gli unici politici che hanno seriamente denunciato il sistema Gambino, non meritavano questo trattamento. Prima di scrivere, però, ho incontrato un dirigente della sinistra paganese il quale mi ha detto che: a) Giorgio e Petti sono poco credibili; b) in Tribunale hanno cercato di far politica senza citare alcun fatto concreto da addebitare agli imputati; c) Petti è veramente alleato con Aldo Mancino perchè cerca di redimerlo (ne è seguita una risata da parte del mio interlocutore - ndr); d) Giorgio ha rapporti poco chiari con la delinquenza paganese.
    A questo punto credo che noi paganesi di sinistra dobbiamo metterci d'accordo. Non possiamo continuare ad avere opinioni totalmente discordanti su personaggi così rilevanti del centro-sinistra. Propongo che si faccia una discussione seria sull'argomento e che si arrivi ad una conclusione condivisa. Il rischio, altrimenti, è quello di continuare a giocare con questi giudizi discordanti rischiando, in tal modo, di arrivare impreparati e divisi all'importantissimo appuntamento elettorale che seguirà all'attuale gestione commissariale del Comune.

    P. S. - Ho letto su La Città di stamattina una dichiarazione polemica di Massimo D'Onofrio. Egli ha criticato il Commissario del Consorzio di Bacino Fabio Siani (nominato, tra l'altro, dal suo amico Edmondo Cirielli) perchè ha dichiarato che i debiti colossali del Comune di Pagani rischiano di affossare tutto il Consorzio. Secondo D'Onofrio anche altri Comuni hanno dei debiti nei confronti del Consorzio. Leggendo questa dichiarazione lo sai qual'è il primo pensiero che mi è venuto? Dopo gli enormi guai che hanno combinato questi rappresentanti del centro-destra paganese hanno ancora il coraggio di parlare? Evidentemente hanno una faccia tosta incredibile.

    Ti saluto

    Franco Pelella





    Last Post by Franco Pelella il 16 April 2012
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  2. I bassissmi valori deli italiani

    By Franco Pelella il 14 April 2012
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    Sono d'accordo con Corrado Augias che ha sottolineato come l'ironia del caso abbia voluto che proprio Umberto Bossi sia risultato colpevole di uno dei peggiori vizi dei peggiori meridionali, il familismo amorale. Chi poteva pensare che uno delle principali preoccupazioni del capo della Lega fosse quella di favorire familiari e amici utilizzando i soldi pubblici del finanziamento dei partiti? Il problema, però, è che spesso i capi leghisti si caratterizzano per essere affetti anche da altri vizi caratteristici dei peggiori meridionali. Guardando le facce, i gesti e i comportamenti si nota subito che essi spesso sono ignoranti, volgari, razzisti, megalomani, trasformisti ecc. I peggiori di loro assomigliano a tipi come Domenico Scilipoti. ll problema di fondo è capire come hanno fatto gli elettori settentrionali a mandare in Parlamento centinaia di deputati e senatori appartenenti alla Lega Nord? In fondo gli elettori leghisti non devono essere molto diversi dagli eletti. Probabilmente il successo della Lega Nord negli scorsi decenni dimostra che l'Unità d'Italia è stata raggiunta ma non sulla base di valori alti (come giustamente sognavano i padri fondatori) ma sulla base di valori bassissimi.
    Last Post by Franco Pelella il 14 April 2012
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  3. Cesare Lombroso, un precursore negli studi sul determinismo biologico nell'agire criminale

    By Franco Pelella il 14 April 2012
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    Caro dottor Pelella,

    la ringrazio per l'attenzione e per la sua gentile e-mail.

    Come sa, gli spazi giornalistici costringono a sintesi che spesso non rendono giustizia ai concetti che si vogliono esprimere.

    Così è accaduto per le idee di Lombroso, cui Sammicheli e io nel libro riconosciamo di essere state in anticipo rispetto alle attuali applicazioni delle neuroscienze al diritto.

    Se avrà la voglia e la pazienza di leggere il volume, potrà vedere che le considerazioni sull'opera di Lombroso sono ben più ricche e complesse di quanto si sia potuto esprimere in una breve intervista, e che vanno anche nella direzione alla quale Lei giustamente fa cenno alla fine della sua lettera.

    Cordialmente

    Andrea Lavazza - 6/4/2012
    Last Post by Franco Pelella il 14 April 2012
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  4. Cesare Lombroso, un precursore negli studi sul determinismo biologico nell'agire criminale

    By Franco Pelella il 6 April 2012
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    E' ormai passato un secolo dalla morte di Cesare Lombroso, il fondatore dell'Antropologia criminale. Eppure stenta a diffondersi un giudizio equilibrato, che metta in evidenza le luci e le ombre, sull'opera di uno studioso che, in fondo, è stato il più importante rappresentante della cultura italiana tra la fine del diciannovesimo e l'inizio del ventesimo secolo. L'ultimo esempio della prevalenza dei luoghi comuni nel giudizio su Lombroso è ciò che ha sostenuto Andrea Lavazza, uno studioso di neuroetica autore, assieme allo psicologo forense Luca Sammicheli, del saggio Il delitto del cervello: la mente tra scienza e diritto (Ed. Codice, 2012). Secondo lui "Qualora prevalesse l'idea del determinismo biologico nell'agire criminale si porrebbero questioni di politica legislativa non dissimili da quelle sollevate da Cesare Lombroso. Il paradosso è che una posizione che si pretende perfettamente scientifica finirebbe con l'arrivare alle stesse conclusioni sociali e giuridiche dell'antiscientifico e "impresentabile" Lombroso: ossia, una risposta penale di puro controllo sociale nei confronti di soggetti "naturalmente" pericolosi e, probabilmente, irredimibili" (GIULIANO ALUFFI: Se le neuroscienze riscrivono il diritto; La Repubblica, 2/4/2012). In pratica Andrea Lavazza (partendo da un giudizio estremamente negativo su Lombroso) considera assurda la realtà, oramai riconosciuta da molti autorevoli studiosi, che egli sia stato il precursore degli studi che oggi, utilizzando strumenti di ricerca molto più sofisticati, tendono a dimostrare che sui comportamenti dei criminali possono influire non solo il libero arbitrio e le condizioni socio-economiche ma anche condizionamenti biologici derivanti da malattie, ereditarietà, malformazioni, ecc.


    Last Post by Sballo il 13 April 2012
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  5. L'individualismo non è una tradizione italiana - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 1 April 2012
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    Caro Franco,
    ancora una volta sono d’accordo con te. Ma cosa fare, per allontanare dalla gestione della cosa pubblica “i viziosi”?
    Antonio De Prisco - 24/3/2012

    Condivido.
    Alfonso Giorgio - 25/3/2012

    Ciao Franco,
    in parte sono d'accordo con te, tuttavia non tieni conto di comportamenti diffusi, come ad esempio la conoscenza di qualcuno per trovare lavoro, che poi diventa la conoscenza per avere la cattedra all'università oppure per il favore all'agenzia dell'entrate o l'appalto, ecc. Potrei continuare all'infinito. Ergo: c'è un problema etico diffuso di cui la classe dirigente è lo specchio.
    Alfonso Salvatore - 25/3/2012

    Son d'accordo
    Mario Zito - 26/3/2012

    interessante...

    Maria Rosaria Giordano - 26/3/2012

    La questione cui accenna il signor Pelella, estraendola dal rapporto Censis, ha in effetti enorme importanza nella stora italiana, quanto meno dall'inizio del XVI secolo quando la vendita delle indulgenze (riduzione degli anni di purgatorio di un defunto in cambio di denaro) scandalizzò il frate tedesco Martin Lutero spingendolo a provocare con la Riforma, una drammatica frattura nel mondo cristiano. Secondo Machiavelli, la presenza della Chiesa e il cattivo esempio dei preti hanno peggiorato il temperamento degli italiani rendndoli (questa è la sua espressione) "sanza religione e cattivi". Lo storico Ernesto Galli della Loggia, nel saggio L'identità italiana (Il Mulino ed.), pur valutando positivamente la più severa disciplina imposta dalla Controriforma cattolica, considera negativi i modi e i mezzi applicati: "La paura del castigo, il prevalere dell'obbedienza sulla coscienza, l'abitudine di assentire senza consentire, dunque la doppiezza e la dissimulazione. Il carattere che da quei modi derivò al cattolicesimo italiano fu una religiosità per lo più formale, ritualistica, alla fine vuota". Galli della Loggia, che tra l'altro è un attento osservatore del costume, non può certo essere tacciato di estremismo. Del resto, la letteratura sull'argomento è sterminata e non è azzardato dire che a quel modello così "formale" s'è acconciato anche il senso d'impunità dei potenti che si concedono spesso una "doppia morale". Il filosofo Cesare Cremnino (1550-1631), famosissimo ai suoi tempi, lo riassumeva in questo elegante gioco di parole "Intus it libet, foris ut moris". Possiamo liberamente tradurre: nella vita privata fà ciò che ti pare, in quella pubblica adeguati ai costumi del momento.

    Corrado Augias - La Repubblica - 27/3/2012

    Una società a struttura "familiare-oligarchico-corporativa"...
    27.03 | 14:03 italoistria
    Complimenti a Franco Pelella per il suo centrato intervento. Per spiegare la struttura “familiare-oligarchico-corporativa” della società italiana, Galli della Loggia scrive: “Fortissimamente introiettata nella mentalità collettiva...

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    Last Post by Franco Pelella il 1 April 2012
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  6. Mario Monti è veramente un democratico?

    By Franco Pelella il 1 April 2012
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    Martedì scorso è stato pubblicato un interessante articolo dello storico Massimo L. Salvadori (Governo anomalo e ruolo dei partiti; La Repubblica, 27/3/2012). Salvadori, dopo aver illustrato le caratteristiche del governo dei tecnici (nominato, secondo lui, soprattutto a causa delle deficienze dei partiti, inconcludenti e litigiosi) ha scritto che "Guardando all'indetro alla storia d'Ialia, si vede che, quanto alla sua tipologia, l'odierno governo dei tecnici si delinea quale ultima manifestazione di un serie di esecutivi che - differentissimi per origini e caratteri e con finalità anche opposte - presentano però un elemento in comune: prendere vita, dopo il cedimento più o meno traumatico di un sistema di potere, per la forte determinazione e inizativa del Capo dello Stato". A questo punto Salvadori ha citato i casi precedenti a quello di Monti: la nomina di Mussolini nel 1922, di Badoglio nel 1943 e di Ciampi nel 1993. Secondo lui Mussolini e Badoglio erano personalità autoritarie mentre Monti e Ciampi sono persone democratiche; ed essendo Monti una persona democratica che è impegnata a salvare l'Italia i partiti devono farlo governare senza imporgli diktat e senza farlo dimettere, due ipotesi che sarebbero controproducenti per il bene del Paese.
    Secondo me il punto debole dell'articolo di Salvadori sta nel dare per scontato che Monti sia una personalità pienamente democratica. Le sue esternazioni contro i giovani alla ricerca del posto fisso e contro i partiti e la sua battaglia per consentire alle imprese di poter liberamente licenziare i dipendenti, anche senza reali motivazioni economiche, fanno nutrire qualche dubbio in proposito. In fondo anche Mussolini e Badoglio erano considerati uomini democratici quando sono stati nominati Primo Ministro.
    Last Post by Franco Pelella il 1 April 2012
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  7. Pagani non è diventata maggiormente invivibile negli ultimi anni

    By Franco Pelella il 30 Mar. 2012
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    Vorrei fare una riflessione sulla realtà politica e sociale paganese alla luce degli ultimi avvenimenti (lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazone camorristica e lo svolgimento del processo "Linea d'ombra" a Nocera Inferiore nei confronti di Gambino e soci). E' opinione comune che con questi ultimi avvenimenti Pagani abbia raggiunto il punto più basso della sua storia politica e sociale dopo l'omicidio di Marcello Torre nel 1980. Io non sono convinto che sia proprio così. Pagani non è diventata maggiormente invivibile negli ultimi anni. Nonostante i disastri combinati dalla politica e dalla criminalità il nostro paese non è più al basso livello degli ultimi decenni del secolo scorso. Ricordiamo tutti quando la sera c'era una specie di coprifuoco dato che era molto facile incontrare per strada a tarda ora delinquenti vari. Ricordiamo tutti che c'è stato un lungo periodo di tempo nel corso del quale tutti i giorni si verificavano episodi di cronaca (uccisioni, sparatorie, ferimenti, liti, ecc. ecc.). Naturalmente adesso non sono tutte rose e fiori. Pagani rimane il paese della provincia di Salerno maggiormente presente nelle cronache dei giornali locali. Ma adesso, nonostante la costante presenza di spazzatura nelle strade, c'è maggiore vivibilità. E' vero che di sera circola poca gente nelle strade cittadine ma non è per paura. Il motivo è che Pagani è un paese scarsamente attrattivo, specialmente per i giovani, perchè offre scarse occasioni di divertimento. I nostri figli se vogliono possono circolare tranquillamente, anche di notte, senza che ci sia il rischio di essere coinvolti in risse o di essere aggrediti.

    La mia opinione è che i disastri che hanno portato allo scioglimento del Consiglio Comunale e all'arresto di vari personaggi della politica e della criminalità sono avvenuti perchè si sono incontrati un politico megalomane e un delinquente ingenuo. Alberico Gambino dopo essere diventato il sindaco più votato d'Italia ha creduto di poter fare tutto senza alcuna preoccupazione di rispettare alcuna legalità e correttezza nei suoi comportamenti. Da qui le delibere illegali, i rapporti alla luce del sole con i delinquenti, il rigonfiamento degli organici, la scarsa preoccupazione per l'equilibrio del bilancio comunale, la permissività nei confronti di chi non pagava le tasse, ecc. ecc. Dal canto suo il delinquente (Michele Petrosino D'Auria), invece di dedicarsi ai traffici illegali ai quali sono normalmente dedite queste persone, si è pubblicamente sovraesposto credendo di trovare nel Comune di Pagani una gallina dalle uova d'oro dalla quale ricavare incarichi, appalti e prebende varie. Tutti e due erano stoltamente convinti che mai nessun magistrato avrebbe indagato sulla loro condotta.

    Quale conclusione si può trarre da quanto detto sopra? La conclusione è che la situazione politica e sociale di Pagani non è così negativa come appare. La società civile pag...

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    Last Post by Franco Pelella il 30 Mar. 2012
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  8. L'individualismo non è una tradizione italiana

    By Franco Pelella il 26 Mar. 2012
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    La recente ricerca Censis sul tema "I valori degli italiani. Dall’individualismo alla riscoperta delle relazioni" teorizza che la crisi che viviamo deriva dalla diffusione dell'individualismo, che avrebbe determinato un vero e proprio disastro antropologico provocando la crescita dell'aggressività, la diffusione a macchia d'olio di grandi patologie individuali, la mancanza di senso del futuro, ecc. Il Censis però vede una via d'uscita a questo disastro nella riscoperta in corso della vita familiare e comunitaria, in una ricerca di solidarietà diffusa.
    A mio parere la ricerca del Censis non individua i problemi di fondo del nostro Paese. Tradizionalmente l'Italia è già caratterizzata da una vita familiare e comunitaria abbastanza diffusa. L'individualismo non è una nostra tradizione come lo è, ad esempio, per i Paesi anglosassoni. I problemi di fondo dell'Italia derivano da altro. In particolare dalla contraddizione tra comportamenti privati sostanzialmente "virtuosi" e comportamenti pubblici sostanzialmente "viziosi". Come dice lo stesso rapporto finale di ricerca "dal punto di vista etico, gli italiani non si fidano degli italiani, mentre tendono a fidarsi e a sentirsi responsabili di chi gli sta più vicino".
    Fino a quando gli italiani non avranno risolto la contraddizione esistente tra comportamenti privati e comportamenti pubblici i nostri problemi non saranno risolti.
    Last Post by Franco Pelella il 26 Mar. 2012
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  9. Classe dirigente e Mezzogiorno: l'eurodeputato Arlacchi ha idee non condivisibili - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 24 Mar. 2012
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    Franco
    Grazie per la mail che e' certamente interessante.non conosco la realta' di Salerno e per quanto riguarda i problemi del Mezzogiorno credo che siano molteplici. Non solo quelli indicati da te e da Arlacchi. Ad ogni modo, io sono sempre piu' che mai convinto che i problemi (e quindi anche il problema del Mezzogiorno) vadano risolti dall'interno da chi li vuole veramente risolvere. E questo e' quanto capita in Italia : a decine di milioni di italiani ( e guarda che non esagero coi numeri) l'Italia va' bene cosi'. E non e' solo un problema di destra e sinistra.
    Buona giornata
    Umberto Broggi - 10/3/2012

    Come puoi immaginare non condivido. Che il senso civico diffuso nel Mezzogiorno faccia acqua da tutte le parti è giusto, ma che la classe dirigente ne sia l’espressione più genuina è anche ed ancora più giusto. Le due cose si tengono insieme, ma dovrebbe essere la classe dirigente a “guidare” la società, non ad adagiarsi su di essa. La cosa è tanto più vera con riferimento ai fondi europei, sulla cui nefasta gestione potrei parlarti per ore.
    Quanto a De Luca mi pare ci sia in te una contraddizione concettuale: affermi che la sua amministrazione sia stata e sia efficace, poi dici “ma non è di sinistra”. E allora? Per essere di sinistra bisogna per forza essere inefficaci? E non c’è una correlazione tra cosiddetto autoritarismo di De Luca, debolezza del senso civico nel Mezzogiorno ed efficacia amministrativa?
    Comunque so che su questo terreno non ci ritroveremo mai. Buona notte Franco.
    Luigi Gravagnuolo - 10/3/2012

    Caro Gigino,
    sulla carenza di senso civico nel Sud mi sembra che, nonostante quello che scrivi, siamo d'accordo. Su De Luca dico semplicemente che per essere veramente di sinistra bisogna avere una concezione non autoritaria del potere. Non vedo, poi, una correlazione tra autoritarismo di De Luca, debolezza di senso civico ed efficacia amministrativa. Anzi credo che De Luca sia stato aiutato nella sua gestione del potere da un senso civico dei salernitani tradizionalmente non debole. Ma forse hai ragione tu. Su questo terreno non ci ritroveremo mai.

    Franco Pelella - 14/3/2012

    Caro Pelella,
    a) l' analisi di Putnam era sbagliata allora ed è ancora più sbagliata oggi.
    b) la leadership De Luca ha cambiato Salerno da sinistra, migliorando ambiente, qualità della vita, redditi e diritti fondamentali.
    c) un sociologo non dovrebbe confondere decision making responsabile e trasparente con autoritarismo. Se ignora la differenza, può chiedere
    spiegazioni agli elettori di De Luca.
    Cordiali saluti
    Pino Arlacchi - 11/3/2012

    Caro Pino Arlacchi
    come fa a dire sbrigativamente e senza dare alcuna motivazione che l'analisi sul Mezzogiorno di un sociologo così autorevole come Robert Putnam era sbagliata e che oggi non è più valida? Essa, invece, a me sembra valida per il passato e per il presente perché è la più convincente. Non c&...

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    Last Post by Franco Pelella il 24 Mar. 2012
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  10. Indignato dal comportamento di Diliberto

    By Franco Pelella il 23 Mar. 2012
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    Sono indignato dal comportamento di Oliviero Diliberto, segretario del Partito dei Comunisti Italiani. Egli continua a negare di aver visto la maglietta della signora con su scritto "La Fornero al Cimitero". Dice che stava dietro a dei tubolari. Ma è stata pubblicata anche una foto che ritrae Diliberto di fronte alla signora e non risulta che egli la abbia invitata a togliersi la maglietta o a coprirla col giubbotto che indossava. Forse i problemi della sinistra in Italia derivano soprattutto dalla qualità dei suoi dirigenti.
    Last Post by Franco Pelella il 23 Mar. 2012
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