1. Non tutti i giovani maschi sono attratti dalla carriera universitaria

    By Franco Pelella il 21 Mar. 2012
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    Nei giorni scorsi è stato reso noto l'Undicesimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario, curato dal Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario. Da tale Rapporto è emerso che in Italia la percentuale di diciannovenni che si è immatricolata negli ultimi anni è in continua diminuzione e nel 2009/10 è risultata pari al 47,7%. Cioè meno di un diciannovenne su due si iscrive, subito o negli anni successivi, all’Università. Secondo il Comitato la diminuzione dipende dall’effetto combinato sia della riduzione della percentuale di giovani diciannovenni che conseguono la maturità (dal 77,5% del 2006/07 al 72,6% del 2009/10), sia dalla riduzione della percentuale di maturi che decide di proseguire gli studi (dal 74,5 del 2002/03 al 65,7 del 2009/10): l’Università italiana manifesta pertanto una ridotta capacità di attrarre i maturi, che non siano quelli che già da tempo avevano deciso (loro o tramite le loro famiglie) di iscriversi. Gli effetti delle dinamiche descritte segnalano, nell’arco di 8 anni, una forte riduzione degli immatricolati: dal picco di oltre 338 mila nell’anno accademico 2003/04 a 293.179 nel 2009/10 .

    Il Rapporto ha sottolineato che l'Università è sempre meno attrattiva perchè non offre grossi sbocchi lavorativi e che i suddetti dati richiedono un generale ripensamento nel modo di concepire e attuare l’orientamento e il tutorato nel sistema universitario italiano; inoltre, per quanto riguarda gli altri servizi agli studenti (interventi per il diritto allo studio, alloggio, mensa, stage, tirocini, programmi e borse di studio per mobilità internazionale) esso ha rilevato che negli ultimi anni, il sistema e le singole Università vi hanno investito di più, ma purtroppo l’entità dei servizi offerti è ancora molto bassa e quindi occorrono forti investimenti in questo campo.

    La mia opinione è che il Rapporto non prende in considerazione tutte le variabili che entrano in gioco nel determinare la diminuzione delle iscrizioni universitarie. Come suggerisce il romanzo di Peter Cameron Un giorno questo dolore ti sarà utile (dal quale è stato tratto il recente film con lo stesso titolo di Roberto Faenza) una variabile importante è costituita dalla vera e propria mutazione antropologica in corso tra i giovani, soprattutto tra i giovani maschi. Molti di loro non sono attratti dalle classiche carriere universitarie. Per loro, che pur non difettano di intelligenza, lo studio è una noia mortale; essi preferiscono dedicare molto del loro tempo ai computer e ai giochi elettronici e non sono spaventati dalla prospettiva di svolgere, per vivere, un lavoro manuale o poco qualificato.


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  2. Classe dirigente e Mezzogiorno: l'eurodeputato Arlacchi ha idee non condivisibili

    By Franco Pelella il 10 Mar. 2012
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    Venerdì scorso l'europarlamentare (e sociologo) Pino Arlacchi ha presenziato a Salerno ad un convegno dell'Aispi (Associazione Italiana per lo Sviluppo di Professioni e Imprese) dal titolo "Salerno, Mezzogiorno ed Europa: confronto, sinergie, opportunità". Nel suo intervento Arlacchi ha sostenuto che "Se il Sud non decolla è solo colpa della sua classe dirigente. Le risorse europee ci sono; se i fondi non vengono usati la colpa è della leadership, della mancanza di progettazione e dello spreco" e alla domanda sul come si può ricostruire quello che al Mezzogiorno manca ha risposto che ciò si può fare "Partendo dal vedere dove c'è una leadership che funziona e mutuando gli esempi virtuosi. Salerno è importante per questo. Prima era un posto qualunque poi grazie a modelli di sviluppo azzeccati è riuscita a crescere".
    Queste affermazioni di Arlacchi sorprendono perchè egli è sia un sociologo che un uomo di sinistra. Dicendo che se il Sud non decolla è solo colpa della sua classe dirigente dimostra di non svolgere bene il suo ruolo di sociologo perchè non tiene conto di tutti gli elementi che concorrono a determinare l'arretratezza del Sud. Il più importante sociologo americano, Robert Putnam, dimostrò parecchi anni fa (ma la sua analisi rimane sostanzialmente valida) che le Regioni meridionali italiane non funzionavano anche per una carenza di classe dirigente ma soprattutto per una carenza diffusa di senso civico da parte della popolazione meridionale. Dicendo, poi, che la leadership di Salerno deve essere considerata un modello per tutto il Mezzogiorno egli sembra accettare in toto l'autoritaria gestione del potere del Sindaco Vincenzo De Luca (una gestione che, beninteso, ha dimostrato di avere una sua efficacia pratica). La mia opinione è che un uomo di sinistra dovrebbe avere ben altri modelli di leadership come punti di riferimento.
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  3. Razzismo vero e razzismo presunto - UNA DISCUSSIONE CON ANTONIO DI PIETRO

    By Franco Pelella il 10 Mar. 2012
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    Sono d'accordo con tutti i commentatori che in questi giorni hanno messo in relazione le tragedie di Torino e Firenze con la diffusione di discorsi razzisti nel nostro Paese. Condivido soprattutto l'idea di assegnare una responsabilità speciale alla Lega Nord, che in quanto partito di governo ha goduto di una diffusione particolare delle proprie idee discriminatorie. La mia convinzione, però, è che i discorsi razzisti non hanno una grossa presa sulla stragrande parte della popolazione, che ne avverte la pochezza intellettuale e morale, ma hanno un effetto devastante quasi esclusivamente sulle menti più eccitabili (come quelle degli ultras di Torino che hanno incendiato il campo Rom e del fanatico ragioniere di Grosseto che ha ucciso due senegalesi). Non condivido, invece, l'idea di tirare di nuovo in ballo Cesare Lombroso quando si parla di razzismo (come ha fatto Francesco Merlo su La Repubblica del 16 dicembre). Credo che sia opportuno ribadire che Lombroso era uno studioso delle differenze antropologiche esistenti tra le cosiddette persone normali e alcune particolari categorie di persone (criminali, malati mentali, pazzi, ecc.). In questi studi rientravano anche quelli relativi alle differenze tra le razze (ma lui non era il solo perchè tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento questi studi erano molto diffusi). Ciò non significa, però, che Lombroso fosse anche un sostenitore di politiche attivamente discriminatorie nei confronti delle categorie umane particolari che studiava. Egli era, per esempio, un sostenitore di politiche carcerarie e psichiatriche non repressive ma riabilitative. Tecnicamente, quindi, non si può dire che egli fosse un razzista.
    Franco Pelella - 16/12/2011

    Gentile Francesco,
    rispondo alla sua mail del 16 dicembre, scusandomi per il ritardo e ringraziandola per il contributo che ha voluto farci pervenire.
    Lo stesso direttore del Museo dedicato a Lombroso ammette che non si può negare che Lombroso abbia avuto un atteggiamento razzista almeno in alcuni dei suoi libri. Il tema del razzismo sembra non essere presente in maniera ossessiva in Lombroso, ma le sue teorie sono, purtroppo, state spesso usate da quel tipo di cultura razzista e antimeridionalista che aveva messo radici all’epoca nel nord Italia e che purtroppo continua ad alimentarsi, in qualche modo, ancora oggi: non dimentichiamoci che fino a qualche decennio fa era normale trovare dei cartelli (proprio a Torino) “non si affitta ai meridionali” e che tutt’ora gli esponenti della Lega Nord continuano a lanciare proclami razzisti e xenofobi.
    La ringrazio per l’attenzione e per il sostegno.
    Cordialmente,

    Antonio Di Pietro - 8/3/2012


    Caro Antonio Di Pietro,
    lo so che è difficile distinguere tra chi è uno studioso delle differenze tra le razze e chi ha un atteggiamento razzista. Ma secondo me Lombroso aveva questa caratteristica: era convinto (sbagliando) che esistessero significative differenze tr...

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  4. La rifondazione della politica è un obiettivo lontano - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 10 Mar. 2012
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    Caro Franco, su tutta la prima parte concordo. Non condivido la storiella dl salasso ai Greci. Ma si sono indebitati loro o gli Svedesi? E si sono messi loro o i Danesi nelle condizioni di non riuscire più a rassicurare nessuno circa la loro capacità di restituire eventuali altri soldi avuti in prestito? Ciononostante l’UE ha ancora prestato loro 130 miliardi di euro nei giorni scorsi, assumendosi una responsabilità pesantissima qualora ciononostante la Grecia dovesse fare default. E’ evidente che si sia presa perciò tutte le garanzie e le cautele del caso, ivi compreso l’aver commissariato di fatto il governo greco. Cos’altro avrebbe potuto fare? Se l’Italia non sta subendo ancora e forse non subirà analogo salasso lo dobbiamo a Monti ed al suo governo. Non so come evolverà, ma io credo che per quello fatto finora a questo governo dovremmo fare un monumento!!!
    Luigi Gravagnuolo - 3/3/2012

    Caro Gigino,
    credo che non sia impossibile per i governanti europei individuare una via di mezzo tra i necessari sacrifici che vanno imposti ai Paesi deficitari e il vero e proprio salasso (riconfermo quanto ho già scritto) che è stato imposto ai greci.

    Franco Pelella - 5/3/2012

    Caro Pelella scusi se non rispondo sempre ai suoi interessanti messaggi. Sull’ultimo concordo in pieno.
    Mario Pirani - 4/3/2012

    Caro Dott. Pelella,
    trovo molto interessante (anche) quest'ultima Sua riflessione, che ci riporta ai termini fondamentali nei quali va intesa la democrazia: quelli di una forma di governo tra altre possibili (ché, anzi, com'è noto, Aristotele conferiva un'accezione negativa a "democrazia", in quanto degenerazione della politia). Se, dunque, non può considerarsi forma di governo in se stessa preferibile, ma solo - forse - più cautelativa (il modo più facile ed indolore per cambiare la classe dirigente - Popper), la differenza tra le democrazie "attuali" verrebbe a dipendere dalla formazione (potremmo dire: dalle virtù) degli esponenti della classe politica
    Daniele Velo Dalbrenta - 4/3/2012

    interessante... mi dovrai chiarire però cosa si intende per blindatura dei bilaanci.
    Maria Rosaria Giordano - 4/3/2012

    noi finiremo come la grecia e qualche cosa in più un fiume di sangue
    Domenico Ferraioli - 5/3/2012

    Caro Mimmo,
    spero, anzi sono convinto, che la tua previsione catastrofica non si avvererà.

    Franco Pelella - 5/3/2012

    Condivido le tue considerazioni e ti comunico che ho anche firmato l’appello di Libertà e Giustizia.
    Alfonso del Vecchio - 5/3/2012

    Caro Franco,
    credi ancora possibile un salasso per noi italiani? In quanto alla Politica mi auguro anch'io che si ritorni alla sovranità popolare ma quanti cambiamenti
    ci dovrebbero essere! Una nuova morale é indispensabile.

    Rita Persico - 6/3/2012

    Accordo a 25: l'idea di multare chi viola gli impegni di bilancio
    06.03 | 07:36 milton62
    c’...

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    Last Post by Franco Pelella il 10 Mar. 2012
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  5. La rifondazione della politica è un obiettivo lontano

    By Franco Pelella il 3 Mar. 2012
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    La settimana scorsa il membro più autorevole dell'Associazione "Libertà e Giustizia", il giudice emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, ha reso pubblico un manifesto con il quale ha lanciato un grido d'allarme sulla situazione politica italiana. Zagrebelsky ha sostenuto che: a) la democrazia critica è la versione liberale della democrazia perchè essa prevede che tutti pensano con la propria testa e che è escluso il culto della personalità; b) la rinuncia alla politica alla lunga è un pericolo; c) il governo tecnico è probabilmente il meglio che il tempo presente può offrire ma occorre riportare in onore la politica; d) l'arduo doppio compito del governo è sia quello di salvarci dalla bancarotta che quello di salvare la sovranità nazionale e per questa seconda parte la tecnica non basta ma occorre la politica la quale deve rifondarsi.

    Queste affermazioni sono giuste in linea di principio (in particolare quelle relative alla democrazia critica). Ma prima dell'avvento del governo tecnico la situazione politica italiana era giunta ad un tal punto di degrado che la rifondazione della politica (che va perseguita) sembra un obiettivo molto lontano da raggiungere. E' stata la pessima prova della politica a far raggiungere un livello stratosferico al debito pubblico italiano. Per questo motivo l'accordo firmato venerdì scorso da 25 dei 27 leader dei Paesi membri dell'Unione Europea sulla blindatura dei bilanci dei Paesi aderenti e sui percorsi di rientro dal debito da parte dei Paesi deficitari sembra più un tentativo benemerito di evitare la bancarotta dell'Unione Europea che una limitazione della sovranità del nostro e di altri Paesi. Ciò non toglie che i Paesi che non riuscissero a raggiungere gli obettivi di bilancio prefissati nei tempi stabiliti non dovrebbero essere eccessivamente tartassati. Sarebbe estremamente sgradevole se gli italiani o gli spagnoli subissero lo stesso spaventoso salasso che stanno subendo i greci.


    Last Post by alfonso il 6 Mar. 2012
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  6. L'acritico sostegno al Governo Monti non fa bene alla sinistra

    By Franco Pelella il 25 Feb. 2012
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    Con la sua intervista del 19 febbraio scorso Walter Veltroni ha manifestato tutto il suo sostegno al Governo Monti. Egli ha giustamente affermato che si parla troppo precipitosamente di tornare al tempo dei partiti dopo l'esperienza Monti perchè quel tempo gli italiani l'hanno già conosciuto e che o la politica riforma sè stessa, ritrova le sue grandi missioni, il respiro dei "pensieri lunghi" e la coscienza dei limiti ai quali si deve arrestare oppure prevarranno populismo e tecnocrazia. Ma ha affermato anche che: a) se la sinistra non la smette con le critiche si rischia il paradosso di consegnare il lavoro del Governo al centro o al nuovo centro-destra; b) è d'accordo col Governo anche sull'articolo 18 perchè non bisogna fermarsi di fronte ai santuari del no che hanno paralizzato l'Italia per decenni. In tal modo egli ha dato l'idea che il sostegno a questo Governo può essere dato solo se restiamo tutti uniti, se attenuiamo al massimo i conflitti e di conseguenza accettiamo in toto il pacchetto di misure e la prospettiva sociale, politica e civile che attraverso di esso ci viene proposta. Ma questo acritico sostegno al Governo non mi sembra produttivo. Esso avrebbe due conseguenze negative: porterebbe più facilmente all'approvazione di misure politiche sicuramente antipopolari e farebbe venire pericolosamente meno le ragioni dell'esistenza della sinistra in Italia.
    Last Post by Franco Pelella il 25 Feb. 2012
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  7. Malati mentali gravi e psichiatri: un rapporto difficile

    By Franco Pelella il 18 Feb. 2012
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    Martedì scorso la Camera dei deputati ha approvato, convertendolo in legge, il Decreto Legge n. 211 del 22/12/2011 (Interventi urgenti in materia di sovaffollamento carcerario). L'articolo 3 ter del decreto prevede la chiusura entro il 31 marzo 2013 dei 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari presenti sul territorio nazionale (anche se è stato approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a posticipare la chiusura di sei mesi se non ci saranno le condizioni per procedere entro la data prevista) e in loro sostituzione l'apertura di varie piccole strutture sanitarie che ospiteranno i malati mentali considerati socialmente pericolosi. Tali malati dovranno essere curati e custoditi da psichiatri e infermieri mentre all'esterno di queste strutture opereranno, senza entrare in contatto diretto con i malati, le forze di polizia.
    Sui contenuti del suddetto Decreto Legge si è accesa, nei giorni scorsi, un'intessante polemica tra Franco Rotelli, storico esponente di Psichiatria Democratica, e il Senatore Ignazio Marino, il principale promotore della chiusura degli Ospedali Pschiatrici Giudiziari. Sostanzialmente lo psichiatra Franco Rotelli ha sostenuto (vedi L'Unità del 12/2/2012) che con l'entrata del vigore del Decreto Legge n. 211: 1) Chiudono gli ospedali psichiatrici ma se ne apriranno tanti altri "piccoli e carini" mentre Franco Basaglia (principale promotore della Legge 180 che decretò la chiusura dei manicomi) si battè affinchè l'assistenza psichiatrica fosse diffusa sul territorio. 2) Franco Basaglia si battè per l'eliminazione del pregiudizio della pericolosità sociale della sofferenza mentale ma in Italia attualmente su 600mila persone che soffrono di disturbi mentali gravi solo uno su mille commette reati; dove sta, quindi, la pericolosità sociale? 3) Nelle nuove strutture previste dal Decreto Legge ai medici verrà affidato di nuovo il ruolo di carcerieri. 4) Chi ha commesso un reato punibile col carcere deve scontare la sua pena, matto o non matto; chi ha ucciso stia in carcere per il tempo previsto dal Tribunale.
    La risposta di Ignazo Marino è stata, sostanzialmente, la seguente (vedi L'Unità del 13/2/2012): 1) Grazie al Decreto Legge n. 211 cancelleremo la tortura e il letto di contenzione, due pratiche odiose attualmente diffuse negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. 2) Cosa si deve fare con i pluriomicidi affetti da gravi sofferenze psichiche? Non si possono destinare ad una cella a dispetto delle disposizioni di un Tribunale. 3) In cella non si cura nemmeno un raffreddore, altro che sofferenze psichiche gravi.
    E' sorprendente che dalla discussione tra Franco Rotelli e il Senatore Marino (due uomini di sinistra) venga fuori un contrasto quasi insanabile sul concetto di malattia mentale grave, sul ruolo degli psichiatri e sulla funzione del carcere per i malati mentali. Ma ciò che maggiormente sorprende è che mentre Rotelli nega la pericolosità sociale della sofferenza mentale ...

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    Last Post by Franco Pelella il 18 Feb. 2012
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  8. Un'informazione che alimenta il qualunquismo - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 16 Feb. 2012
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    Caro Franco, sono d’accordo con te.
    Prof. Antonio De Prisco – 10/2/2012
    Caro Franco
    sono d'accordo con te e trovo sempre puntuali le tue osservazioni.

    Lello Aufiero – 10/2/2012

    In questo periodo di grandi incertezze e insicurezze i giornali trovano terreno fertile con articoli così mistificatori. Concordo con quanto hai scritto pienamente.
    Gerardo Cardillo – 10/2/2012

    Salve Franco,
    sono d’accordo sulla tua critica all’informazione; ci sono molte ragioni per cui si è sempre più ridotta ‘in questo stato’, anche se ovviamente nessuna basta a giustificarlo.
    Non sarebbe male se il mondo del giornalismo si interrogasse profondamente – e seriamente – sulle cause che l’hanno portato al punto attuale. Anche perché, a mio avviso, c’è un nesso forte tra l’approssimazione crescente con cui si fa giornalismo, e le trasformazioni ‘strutturali’ dell’editoria (tecnologiche ed economiche, in primis).
    Ma, ovviamente, non essendo un giornalista, non sta a me.

    Enrico Tomaselli – 12/2/2012

    Caro franco, il discorso s'inquadra nel grande problema della corretta informazione e di cloro che la promuovono, ogni lavoratore nell'esercizio dei suoi doveri dovrebbe usare professionalità, io mi chiedo, ma in Italia viene premiata la professionalità o l'amico della porta accanto? in merito poi al problema della giusta pena io sono dell'avviso che nessuna pena può rendere giustizia alla perdita di una vita umana, chi si macchia di questi delitti dovrebbe rendere alla società ed in specie ai familiari della vittima col lavoro, con l’impegno sociale e con tutte le azioni risarcitorie quanto al danno commesso, con fine pena MAI. orbene nel caso di specie la pena secondo me non dovrebbe finire mai non già perché colui il quale l'ha commessa dovrebbe marcire in galera ma dovrebbe ancorché guarito rendere il maltolto col lavoro e l'impegno sociale. dunque io credo che per questi casi lo stato dovrebbe risarcire le parti civili con ripetizione nei confronti del reo. ciao

    Giuseppe Vivone – 11/2/2012

    Caro Peppino,
    quando chi commette un delitto, anche molto grave, viene riconosciuto malato mentale vuol dire che egli, quando ha commesso il reato, non era consapevole delle proprie azioni. Per questo motivo egli non può essere considerato responsabile. Sarebbe perciò ingiusto punirlo vita natural durante, anche con pene diverse dalla detenzione. Gli unici obiettivi che si deve porre la società sono, secondo me, quello di rinchiuderlo e di curarlo fino a quando viene considerato malato grave e qunidi pericoloso per la società. Solo se e quando egli viene considerato guarito egli va lasciato libero di vivere la propria vita e non gli debbono essere inflitte altre pene.

    Franco Pelella – 15/2/2012


    Caro franco, considerami non concorde con te. di casi ne abbiamo visti tanti ed Abele non è stato mai difeso , non sono per la crudeltà del regime americano che dà la morte ancorchè p...

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    Last Post by Franco Pelella il 16 Feb. 2012
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  9. Un governo che viene dalla....luna - IL DIBATTITO

    By Franco Pelella il 10 Feb. 2012
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    Sarebbe bello che prima di parlare.........
    05.02 | 09:39 Rene11
    Caro Franco, anch´io ho l´impressione che il ns. Presidente del Consiglio stia rischiando di uscire dai binari. Ieri a Monaco ha dichiarato che l´Italia, per cio´che concerne la situazione finanziaria, sara´fra poco ” il primo della classe”.
    Modestamente penso che sarebbe bene, prima di parlare, tirare un lungo respiro, fare una pausa e poi procedere. I grossi problemi dell´Italia sono troppi e molteplici. Perche´non parliamo a risultati raggiunti senza fare retorica da due soldi?
    Claudio Partucci

    I politici di centro-sinistra....
    05.02 | 14:01 Lettore_2137877
    Gentile Sig. Pelella lei scrive “… i politici (almeno quelli di centro-sinistra). Essi hanno tanti difetti, ma almeno hanno l’accortezza di non urtare la suscettibilità dei tanti italiani colpiti dalla crisi economica.”.
    Ieri leggevo che il PD Partito del centrosinistra è proprietario di 2.300 (e passa) immobili ! La notizia ha urtato la mia sensibilità. E la sua ?
    Cosmo Iodice

    Non sono affatto d'accordo
    05.02 | 13:58 laura2
    Evitare di urtare la sensibilità degli italiani (permalosetti) non mi pare la priorità del momento. Di zuccherini ne hanno avuti per anni e i risultati si vedono… Ricordiamoci che l’attuale governo deve lavorare d’urgenza per “salvare la baracca” ridotta in condizioni pietose dai nostri cari politici di destra (incapaci di gestire il paese) e di sinistra (incapaci di fare un’opposizione seria sugli interesse del paese). Altro che rivalutarli!
    Laura Cambiago

    D'accordo con Pelella 2
    05.02 | 12:43 MAMIMOMU
    non si possono applicare gli stessi criteri che funzionano in Svizzera o in Danimarca. Non ha molto senso dare una tuta da motociclista a gente costretta a girare in triciclo e poi dire: “Ora corri”. Ogni riforma deve essere integrata in un sistema in grado di reggerne tutte le possibili conseguenze. Scusate, ma 500 caratteri sono troppo pochi, per fornire un minimo di argomentazione e non semplici slogan o aforismi.
    Giovanni Greco

    D'accordo con Pelella
    05.02 | 12:42 MAMIMOMU
    Non esistono interventi definitivamente giusti o sbagliati, ma interventi che possono rivelarsi +o- sensati all’interno di determinati sistemi. In un paese nel quale laureati mandano curricula agli hotel per essere assunti come portieri, nel quale le garanzie sociali sono coperte più dalla Caritas che dallo stato, nel quale si guadagna in media 6 euro l’ora, nel quale chi perde il lavoro non riesce + neppure a pagarsi l’affitto e finisce nei dormitori pubblici, non si possono continua…

    Giovanni Greco

    chiarezza
    05.02 | 10:58 marekv70
    Dire che chi a 28 anni è studente e non ha una laurea è uno “sfigato” è sicuramente un modo “colorato di dire la verità. Un datore di lavoro, se il candidato non ha impiegato il tempo canonico per laurearsi e non ha dei voto buoni non legge nemmeno il curriculum. ...

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    Last Post by Franco Pelella il 10 Feb. 2012
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  10. Un'informazione che alimenta il qualunquismo

    By Franco Pelella il 10 Feb. 2012
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    Il 6 agosto 2010 Oleg Fedchenko, ex pugile ucraino di 27 anni, è uscito da casa della madre e, forse anche a causa di una delusione amorosa, ha deciso di accanirsi contro la prima donna che avrebbe incontrato in strada, in viale Abruzzi, a Milano. Ha sbattuto contro la vetrina di una banca la filippina, Emlou Arvesu, che stava rientrando a casa dopo aver accompagnato uno dei figli dalla sorella. L'ha colpita diverse volte e, anche quando è caduta a terra, ha continuato ad infierire con pugni assestati con precisione e brutale violenza. Fino ad ucciderla. Nel maggio scorso, il professore Ambrogio Pennati ha depositato la perizia psichiatrica, disposta dal gip di Milano Cristina di Censo in sede di incidente probatorio. Nella relazione il medico ha segnalato che Fedchenko era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto, perché soffre di una grave forma di schizofrenia paranoide. Lunedì scorso è stato lo stesso pm di Milano Francesca Celle a chiedere, proprio sulla base dell'infermità mentale riconosciuta nella perizia, l'assoluzione dal reato di omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione e ha disposto per lui la pena di 5 anni di ospedale psichiatrico.

    Ebbene, tutti i giornali di martedì scorso hanno titolato che l'ex puglie ucraino era stato assolto dal'accusa di omicidio volontario e che avrebbe dovuto scontare "solo" 5 anni di ospedale psichiatrico. Nessun giornale ha scritto che i 5 anni di condanna sono solo una misura minima perchè la legge in vigore prevede che alla scadenza del periodo di reclusione venga valutata la pericolosità sociale del recluso e solo se questa pericolosità non esiste egli viene lasciato libero. Questo modo di informare da parte degli organi di stampa mi sembra molto mistificatorio. Serve solo a far aumentare il qualunquismo già dilagante.






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