1. CARO MICHELE SERRA, IL POPULISMO E' STATO FIN DALLA NASCITA, E CONTINUA AD ESSERE, IL MARCHIO PRINCIPALE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE

    By Franco Pelella il 2 Dec. 2022
     
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    Michele Serra, rispondendo sul Venerdì di Repubblica del 25 novembre al lettore Francesco Loseto, ha scritto che “…grava sul partito di Conte una specie di stigma che li qualifica come populisti, e tanto basta per liquidarne la presenza come un ostacolo insensato alle magnifiche sorti progressive del centrosinistra liberal”. Ma il populismo è stato fin dalla nascita, e continua ad essere, il marchio principale del M5S. Essi hanno innanzitutto avversato il professionismo politico. Beppe Grillo nei suoi comizi e nei suoi spettacoli ha sempre portato avanti l’idea che tutti possono fare politica e che non è necessario possedere particolari conoscenze. Ma tutti i Cinque Stelle hanno sempre sostenuto che per governare non era indispensabile militare per diverso tempo in un partito o conoscere i meccanismi governativi, legislativi ed economici. Il risultato ultimo di questi ragionamenti è stato il rifiuto di concedere il terzo mandato ai loro parlamentari. Inoltre essi hanno sempre instillato l’idea che non bisognava credere alla scienza, in particolare alla scienza medica. Beppe Grillo ha sostenuto che l’aumento di bambini autistici era correlato all’uso di farmaci, vaccini, inquinamento ambientale e alimentare; nel 2009 ha scritto sul suo blog che si era informato su internet sulla necessità di vaccinarsi all’influenza suina e ha chiesto ai suoi utenti: «ne uccide più il virus o il vaccino?». Nel corso, poi, della pandemia del Covid 19 molti esponenti dei Cinque Stelle hanno insinuato dubbi sulla validità dei vaccini e hanno solidarizzato con i no vax. Ma il loro populismo emerge anche dal modo in cui affrontano le tematiche economiche. La loro tendenza è quella di proporre misure economiche in favore di vaste fasce della popolazione, misure che sicuramente procurano benefici diffusi, ma senza preoccuparsi minimamente se l’attivazione di queste misure provoca delle truffe o degli squilibri nei conti pubblici. Questo è successo sia con il reddito di cittadinanza che con il bonus 110%. Eppure il rischio di truffe, quando si distribuiscono ingenti somme, dovrebbe essere sempre presente nella mente di chi fa il legislatore in Italia.
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