1. CARO SALES, NON E’ VERO CHE LA CRISI DEL PD E’ ASCRIVIBILE ALLA RIVOLTA ELETTORALE DEI LUOGHI TRASCURATI, DEI CETI ABBANDONATI E DELLE IDEALITA’ TRADITE

    By Franco Pelella il 3 Oct. 2022
     
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    Isaia Sales è tornato ad attaccare frontalmente il Pd (Il Pd esca dall’equivoco i veri riformisti non sono moderati; La Repubblica, 3/10/2022). Secondo Sales il Pd ha subito una dura sconfitta ma il risultato elettorale del Pd non è una sconfitta del partito in sé (nel 2018 prese il 18,7% dei voti e questa volta ha preso il 19,3%) ma del tentativo non riuscito di costruire un’alleanza elettorale con altre forze del centrosinistra che scongiurassero la vittoria della destra. Il centrodestra ha preso il 43,79% dei voti, il centrosinistra (Pd, + Europa, Sinistra Italiana e Verdi) il 26,13%, il M5S il 15,43, Azione e Italia viva il 7,79%. Ma la colpa principale è del Pd? Non credo. Il Pd dopo le dimissioni di Draghi ha cercato di allearsi innanzitutto con chi nel centrosinistra aveva sostenuto il governo (Azione e + Europa) e non chi aveva contribuito a far cadere Draghi (M5S), facendo l’errore grave di dichiararsi contrario all’invio di ulteriori armi agli ucraini, sapendo che all’inizio della campagna elettorale Azione e +Europa avevano più o meno gli stessi consensi dei 5Stelle (circa il 10%). In più il Pd ha stretto un’alleanza elettorale con Sinistra Italiane e Verdi. Non era prevedibile il voltafaccia di Calenda rispetto ad un accordo già fatto e a quel punto era tardi per pensare di allearsi con i 5Stelle.
    Secondo Sales, poi, la crisi del Pd è ascrivibile alla rivolta elettorale dei luoghi trascurati, dei ceti abbandonati e delle idealità tradite. Ma non si può dire che negli anni scorsi il Pd ha trascurato dei luoghi, ha abbandonato dei ceti o ha tradito delle idealità perché:
    - - ha espresso la massima solidarietà nei confronti dell’Ucraina attaccata brutalmente dalla Russia auspicando anche l’invio di armi ai combattenti;
    - - ha difeso l’ispirazione democratica e solidale dell’Unione europea contrastando le politiche dei Paesi sovranisti come l’Ungheria;
    - - si e battuto perché arrivino in Italia i miliardi del Piano nazionale di rinascita e resilienza;
    - - ha auspicato che nell’ambito dell’Unione europea le decisioni vengano prese a maggioranza per evitare che pochi Paesi sovranisti blocchino le decisioni importanti;
    - - si è battuto attivamente affinchè l’Unione europea coinvolga tutti i Paesi componenti nella gestione delle politiche migratorie.
    - Per quanto riguarda invece la politica nazionale il Pd:
    - - ha gestito la pandemia auspicando una vaccinazione di massa e combattendo i no vax;
    - - ha condiviso con Draghi il tentativo di contrastare il monopolio dei tassisti e dei balneari;
    - - ha difeso il reddito di cittadinanza auspicando un cambiamento dei suoi aspetti negativi (la concessione a persone che non ne hanno diritto e la scarsa capacità di legare questa misura alla creazione di opportunità lavorative);
    - - ha difeso la libertà di abortire da parte delle donne e il tentativo di contrastare la libertà di coscienza dei medici anti-abortisti;
    - - ha contrastato le richieste di attenuare le misure di salvataggio in mare dei migranti e di bloccare drasticamente il loro arrivo;
    - - ha contrastato la richiesta di attivare una tassazione non progressiva e non legata al reddito delle persone;
    - - si è battuto per l’introduzione del salario minimo garantito.
    Scrive ancora Sales che il Pd si è trasformato da partito della nazione in partito dei padrinati locali, da partito dei meriti e dei bisogni in partito dei figli e dei parenti. Su questo sono d’accordo. Uno dei pochi aspetti non di sinistra della politica del gruppo dirigente del Pd sta nel mancato contrasto dei comportamenti deteriori di una parte del Pd meridionale. In particolare si è sbagliato a non intervenire drasticamente contro un dittatore come Vincenzo De Luca, che attua una politica familista e clientelare e che si oppone volgarmente e platealmente ad una parte del gruppo dirigente del Pd. Probabilmente se il Pd avesse combattuto De Luca il risultato elettorale nazionale sarebbe stato migliore. Ma l’atteggiamento troppo debole nei confronti di De Luca non è ascrivibile solo al gruppo dirigente attuale del Pd ma è, purtroppo, un elemento che caratterizza da decenni tutti i gruppi dirigenti che si sono succeduti.
    Infine Sales sostiene, infine, che è segno di cecità politica trasformare qualsiasi manifestazione di disagio sociale in accusa di populismo. Ma l’accusa di populismo non è stata rivolta, dal Pd, a manifestazioni di disagio sociale ma alla plateale campagna elettorale dei 5Stelle al Sud, tutta incentrata sul reddito di cittadinanza.
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