1. Corrado Augias è troppo fatalista sul caso Regeni

    By Franco Pelella il 14 June 2020
     
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    Corrado Augias ha commentato il caso Regeni dopo la notizia di una commessa di circa 10 miliardi di Euro dell’Egitto all’Italia. La sua opinione è che nelle condizioni date non è possibile dare il conforto della giustizia ai genitori di Giulio Regeni perché nel suo omicidio sono coinvolte personalità egiziane troppo alte in grado. Egli ha richiamato l’uccisione di Nicola Calipari nel marzo del 2005 in Iraq per mano di un soldato statunitense e il caso dell’aviatore, sempre statunitense, che nel 1998 troncò la funivia del Cermis causando 20 morti ed ha scritto “…nulla è accaduto dopo le proteste di rito né è cambiato il rapporto con gli Stati Uniti – evento impensabile” (Pietas e convenienza il dilemma nel caso Regeni; La Repubblica, 13/6/2020). La mia opinione è che Augias sia stato troppo fatalista. E’ vero che nell’omicidio Regeni sono coinvolti alti funzionari di Stato egiziani e che in questi casi è difficile far prevalere i valori della pietas su quelli della convenienza ma non è scontato che debbano prevalere sempre i valori della convenienza. Quando l’episodio in questione è un delitto efferato i valori della pietas dovrebbero avere la prevalenza. E poi l’Egitto non è paragonabile agli Stati Uniti, Paese con il quale è effettivamente impossibile rompere i rapporti diplomatici (anche se pure con gli Stati Uniti bisognerebbe farsi rispettare di più quando suoi cittadini commettono gravi delitti contro gli italiani).
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