1. La gente non sempre capisce d'istinto chi parla con lingua diritta o biforcuta

    By Franco Pelella il 2 May 2020
     
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    Facendo riferimento agli ormai famosi discorsi di sindaci e governatori sceriffi contro chi non rispetta le regole del distanziamento sociale l’antropologo Marino Niola ha scritto: “…in frangenti come quelli che stiamo vivendo, il linguaggio assume un’importanza capitale. Può essere un farmaco o un veleno. Perché in realtà, idee, emozioni, angosce, speranze, sono create dalle parole. E dalle parole possono essere distrutte, deluse, deformate. Ma la gente capisce d’istinto chi parla con lingua diritta, come dicevano gli Indiani d’America, o con lingua biforcuta, per ricavarsi spazi politici o mediatici. E contro questi abusi l’antidoto si trova nel linguaggio stesso…” [Le parole (e le maniere) per dirlo; Il Venerdì di Repubblica, 24/4/2020]. Mi sembra eccessiva la fiducia che il professor Niola ripone nella capacità della gente di capire d’istinto chi parla con lingua diritta o con lingua biforcuta. Oramai la storia ci ha dato moltissimi esempi di infatuazione della gente per le persone sbagliate per cui mi sembra sbagliato contare ciecamente sulla sua affidabilità. Se si guarda poi ad alcuni dei sindaci e dei governatori che hanno insultato coloro che non rispettavano le ordinanze delle autorità è evidente che si tratta di persone rozze e autoritarie, quindi non propriamente degne di ricoprire la loro carica.
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