1. Il Mezzogiorno è davvero un altro mondo?

    By Franco Pelella il 31 Oct. 2011
     
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    Il crollo della casa di Barletta (e le quattro persone morte nel crollo della casa) stanno alimentando sui giornali l'ennesimo dibattito sui ritardi e le arretratezze del Mezzogiorno. Ma assieme a riflessioni giuste ce ne sono alcune non condivisibili. Non è del tutto condivisibile, ad esempio, l'articolo di un osservatore solitamente attento come Luca Ricolfi (Rispetto all'Italia il Sud è un altro mondo, dove poco è a norma e si vive fuori dalle regole; Panorama, 19/10/2011). Dopo aver correttamente elencato le molte cose che differenziano negativamente il Sud dal Centro-Nord (l'evasione fiscale e contributiva, il lavoro nero, il tasso di occupazione, le false pensioni di invalidità, i servizi pubblici, la percentuale di laureati, i livelli di apprendimento degli studenti, il volontariato, le donazioni in denaro, le donazioni di sangue, il tasso di integrazione degli immigrati, ecc.) Ricolfi conclude che il Sud è un altro mondo perchè quasi nulla è a norma, quasi nulla avviene secondo la legge, quasi tutte le regole ammettono eccezioni. Ma Ricolfi non tiene conto del fatto che negli ultimi decenni anche il Centro-Nord si sta "meridionalizzando", che cioè la distanza tra le varie aree dell'Italia si sta progressivamente assottigliando. Oramai il lavoro nero, la criminalità organizzata, l'evasione fiscale e l'abusivismo edilizio sono fenomeni presenti in modo significativo in tutto il Paese. Ma serve, in ogni caso, a poco criminalizzare una vasta area del Paese (serve, forse, solo ai leghisti); dopo aver analizzato correttamente i mille problemi del Mezzogiorno bisognerebbe sforzarsi di indicare alcune possibili e realistiche soluzioni per questi problemi. Tutti dovremmo sentirci impegnati a salvaguardare l'Italia nella sua interezza.
    15/10/2011
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