1. L’AZIONE CONGIUNTA DELLA CHIESA CATTOLICA, DELLA SINISTRA RADICALE E DEI POPULISTI STA ORIENTANDO GRAN PARTE DELL’OPINIONE PUBBLICA EUROPEA VERSO UN DISIMPEGNO NEI CONFRONTI DELL’UCRAINA

    By Franco Pelella il 3 April 2024
     
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    Tutti vogliamo la pace. Sono pochi nel mondo quelli che non la vogliono. Soprattutto a noi europei, che a partire dalla fine della seconda guerra mondiale abbiamo vissuto circa 80 anni di pace, sembra naturale vivere senza guerre. Eppure in questo periodo nel mondo le guerre ci sono state e ci sono ancora. Con esse bisogna, purtroppo, fare i conti perché esse, alcune in particolare, ci coinvolgono. Soprattutto bisogna fare i conti con le guerre che nascono da una volontà di aggressione di una nazione nei confronti di un’altra. Di fronte a questo tipo di guerre non si può semplicemente dire che si è per la pace, bisogna inevitabilmente solidarizzare con una delle parti in conflitto. Ad esempio, nel caso della guerra tra Russia ed Ucraina è chiaro che c’è una nazione che aggredisce ed una che è aggredita. In questo caso dire che si è per la pace senza considerare il diritto degli aggrediti di difendere il loro territorio sembra un modo di lavarsi le mani. Eppure sempre più persone, in Europa e in Italia, dicono di essere per la pace e intravedono un modo per favorire la pacificazione nel non inviare più armi agli ucraini. Questo atteggiamento a me sembra profondamente sbagliato. Può essere comprensibile, a questo proposito, l’atteggiamento della Chiesa cattolica che ha una tradizione pacifista e non violenta millenaria e che mette per questo motivo poco l’accento sulla necessità di difendersi da parte di chi è aggredito. E’ molto meno comprensibile l’atteggiamento della sinistra radicale e dei populisti. La sinistra radicale sconta un vecchio pregiudizio nei confronti degli Stati Uniti e della Nato, considerati soggetti aggressivi senza tenere conto che sono passati vari decenni dalle loro ultime guerre aggressive mentre lo scettro dell’atteggiamento aggressivo è passato in altre mani, in particolare nelle mani della Russia. Il pacifismo di questa sinistra è legato a vecchi pregiudizi e non tiene, quindi, conto della nuova realtà. Essa non si rende conto che la decisione degli ucraini e dei Paesi Nato di resistere ai russi è venuta dopo vari anni di laisser faire, anni nel corso dei quali la Russia ha potuto liberamente dispiegare il suo aggressivismo in Crimea, in Siria, in Africa e altrove. Un discorso a parte meritano i populisti (in Italia i Cinque Stelle) i quali fanno i pacifisti senza avere la storia e le motivazioni della sinistra radicale. Essi danno la sensazione, anche in questo caso, di cercare il consenso popolare piuttosto che la difesa concreta e attiva di principi di giustizia e di libertà. Purtroppo l’azione congiunta della Chiesa cattolica, della sinistra radicale e dei populisti sta orientando gran parte dell’opinione pubblica europea verso un disimpegno nei confronti dell’Ucraina. E’ un’eventualità che bisogna temere e combattere perché non deve passare il principio secondo cui l’aggressore prevale sull’aggredito anche grazie al non intervento di coloro che potrebbero/dovrebbero intervenire in aiuto di chi sta per soccombere.
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