Replying to Il Mezzogiorno tra leghisti e terronisti

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  1. Posted 31/10/2011, 21:33
    Va bene Franco, concordo anche stavolta.
    Luigi Gravagnuolo - 28/10/2011

    Caro Franco, i leghisti, invece di sparlare del Sud, dovrebbero lavorare per ridurre la distanza tra Nord e Sud, favorendo l’avvicinamento del Sud ai migliori standard del Nord. Purtroppo in più di una realtà del Nord la distanza si sta riducendo per il lento ma progressivo avvicinamento ai peggiori standard del Sud.
    Antonio De Prisco - 28/10/2011
    Caro Pelella
    ho l’impressione che sulla questione Sud ci siano molte vittime degli stereotipi. Vale per ottimi professori come Luca Ricolfi, come per tutti coloro che sembravano aver scoperto nel federalismo la panacea di tutti i mali italiani. Ricordate, non è nemmeno passato molto tempo, bastava dichiararsi federalista per aver risolto di colpo le sperequazioni Nord-Sud, assegnato un ruolo responsabile alla risalita del Mezzogiorno con le proprie gambe e aver consentito così a irriducibili lumbard e incalliti meridionalisti di convivere sotto lo stesso tetto.
    Quest’anno però, ironia della storia, è arrivato il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia e - magari con la complicità di un’alleanza usurata di governo e con la Lega in piena crisi - si è finalmente ragionato su come la formula federalista si sia rivelata una pia illusione, un clichè buono per l’accademia ma quanto mai lontano per le amministrazioni che sono buone a prescindere dalla latitudine.
    E arrivo al punto: a dirci che il carrozzone meridionale non potesse più andare avanti sono stati i fatti, lo sforamento del deficit di bilancio, il fallimento delle Asl, le marce dei disoccupati una volta beneficiati dei sussidi e poi basta, ecc. ecc. Cioè tutto quello per cui il Sud, per dirla con Ricolfi, è vissuto fuori dalle regole per decenni. Ad accorgersene, prima dei dotti studiosi, sono stati i cittadini pagando una tassa sui rifiuti da capogiro pur dovendosi tenere la monnezza davanti casa o costretti a sborsare fior di ticket in ospedale per prestazioni che prima venivano elargite come caramelle, perché tanto poi diventavano voti.
    Non si tratta di essere terronisti - orrenda parola - o nordisti-polentoni (etichetta nella quale un normale abitante del Nord stenta a ritrovarsi). Il problema è riconoscere i fatti sotto gli occhi di tutti: e cioè che la secessione strisciante è avvenuta sotto gli occhi del governo che ha rinviato per tre anni ogni progetto per il Mezzogiorno. I cittadini nel frattempo hanno fatto la loro: Ricolfi la chiama fiscale, cioé quella del lavoro nero che evade le tasse. Una forma di autoriduzione impositiva davanti al mancato aiuto statale. Ma allora quella del ricco Nord-Est degli imprenditori che, toto in nero, non pagano le imposte come vogliamo chiamarla?
    Nell’anno dell’anniversario dell’Unità d’Italia, facciamo un po’ di onesta autocritica e usciamo dagli stereotipi. Per le etichette c’è sempre tempo.
    Virman Cusenza (direttore de Il Mattino) - 29/10/2011

    Caro Isaia,
    come vedi mi sono preso una piccola rivincita su Demarco.
    Franco Pelella - 29/10/2011

    Bene, sono contento per te.
    Isaia Sales - 29/10/2011

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