1. Perchè la Chiesa salernitana scopre solo ora l'arroganza di Vincenzo De Luca?

    By Franco Pelella il 3 Oct. 2014
     
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    L’articolo di Marcello Ravveduto che riporta i contenuti della predica domenicale di un prete salernitano (Una domenica in chiesa pensando a San Matteo; La Città, 3/10/2014) fa riflettere. L’indignazione nei confronti di chi ha avuto l’ardire di insultare e minacciare il massimo rappresentante della Chiesa locale e l’affermazione finale “Nulla potrà essere come prima” (unitamente alle tante altre prese di posizione della Chiesa salernitana di questi giorni) fa effettivamente pensare che la processione di San Matteo del 21 settembre scorso possa essere una specie di spartiacque nella vita sociale e civile di Salerno. Dalle affermazioni del prete, oltre che dalle numerose lamentele dei cattolici salernitani, si deduce chiaramente una specie di autocritica rispetto al rapporto che la Chiesa locale ha avuto negli scorsi decenni con Vincenzo De Luca. Tale rapporto è stato senza alcun dubbio collaborativo e non conflittuale; non si ricordano negli scorsi anni casi di significativo dissenso della Chiesa locale con il primo cittadino di Salerno. Ma c’è da chiedersi: questa riflessione non giunge troppo in ritardo? I cattolici salernitani non hanno tollerato troppo a lungo, senza criticarli, i comportamenti poco ortodossi del sindaco di Salerno? Perché quello che è certo è che l’azione politica di De Luca è stata improntata ad uno spirito poco caritatevole nei confronti del prossimo, specialmente nei confronti degli extracomunitari e dei poveri in generale. Ma anche l’abitudine di aggredire e insultare gli avversari politici e i giornalisti come pure l’attaccamento alla poltrona che ha sempre fatto saltare De Luca sul carro del vincitore hanno poco di cristiano. E allora viene di nuovo da chiedersi: perché la Chiesa salernitana si sveglia solo ora? Non è troppo tardi?
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