Replying to CARO CALDEROLI, LA LEGGE CHE PREVEDE IL DOPPIO TURNO PER L’ELEZIONE DEI SINDACI VA MANTENUTA PERCHE’ E’ DEMOCRATICA E PERCHE’ FUNZIONA DAL PUNTO DI VISTA PRATICO

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  1. Posted 23/4/2023, 10:22
    Al ministro per le Riforme Roberto Calderoli non va giù il risultato finale delle elezioni comunali ad Udine, dove il candidato del centrosinistra Alberto De Toni ha sconfitto il sindaco leghista uscente Pietro Fontanini (53% a 47%) ribaltando nel secondo turno i risultati di quindici giorni prima, quando era finita con un 46% a 39% per Fontanini. Ecco quello che ha affermato sostanzialmente in un’intervista (CESARE ZAPPERI: “Via il ballottaggio. Tradisce il consenso. E nel 2024 voto diretto per le province”; Corriere della Sera, 21/4/2023) : “Il primo problema è la bassa affluenza; abbiamo una tessera che vale per una ventina di elezioni, ma spesso non sai più nemmeno dove l'hai messa e così molti cittadini non sanno che devono andare a votare. Il caso di Udine è emblematico; chi ha vinto ha preso meno voti di quanti ne aveva presi il sindaco uscente al primo turno ma così non viene rispettata la volontà popolare. I cittadini si sono già espressi una volta, non capiscono perché devono essere costretti a tornare ai seggi dopo due settimane; così non vince chi ha il consenso ma chi ha più capacità di mobilitazione degli iscritti e dei simpatizzanti. Il sistema elettorale migliore è quello delle Regionali che di norma è su un unico turno, con premio di maggioranza per chi supera il 40%”.
    E’ vero che c’è un problema generale di bassa affluenza alle urne ma sollevarla a proposito dell’utilizzo del doppio turno per l’elezione dei sindaci è un fatto evidentemente strumentale; in occasione del secondo turno di solito vanno a votare meno elettori soprattutto perché tutti coloro che erano candidati per essere eletti consiglieri comunali e che non sono stati eletti hanno molto meno interesse a sollecitare al voto i cittadini. Il risultato è che vanno a votare quasi esclusivamente i cittadini che sono più sensibili dal punto di vista politico e quindi viene eletto il sindaco che ha veramente il maggiore consenso popolare; non si tratta, quindi, di una maggiore capacità di mobilitazione di iscritti e simpatizzanti da parte di chi vince ma del fatto di poter contare sul consenso della parte più sensibile, dal punto di vista politico, della popolazione. Chi va a votare in occasione del secondo turno lo fa in modo pienamente convinto e non perché deve sostenere elettoralmente l’amico o il parente candidato; quindi va mantenuta la legge che prevede il doppio turno per l’elezione dei sindaci nei comuni sopra i 15 mila abitanti perché è una legge che funziona dal punto di vista democratico. Essa è più democratica del sistema elettorale delle elezioni regionali che di norma è su un unico turno, con premio di maggioranza per chi supera il 40%, ma funziona anche dal punto di vista pratico perché da molti anni garantisce la stabilità della vita amministrativa dei Comuni rendendo molto meno frequente che in passato lo scioglimento dei consigli comunali e il ricorso a nuove elezioni.

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